Molecole che passione !
I tumori, il punto al 2015
Prima parte
Il 67% dei tumori non si ha per il modo di vivere, ma per la cattiva sorte, perché attribuibile a mutazioni delle cellule staminali: è quanto affermano gli scienziati Cristian Tomasetti e Bert Vogelstein in Science 2 January 2015: Vol. 347, no. 6217, pp. 78-81.
Mutazioni puramente casuali si verificherebbero durante la normale replicazione delle staminali non cancerose. Il rischio è strettamente correlato al numero totale di staminali che proliferano per il normale ricambio.
Ho posto in figura 1 il diagramma MAGGIORE IL NUMERO DI DIVISIONI, etc. che è a base della teoria. Il rimanente 33% sarebbe dovuto a fattori genetici ed ambientali.
(NOTA 1) Troverebbero in tale contesto spiegazioni le statistiche che danno aumento dei tumori polmonari nelle donne (a causa dell’aumento delle fumatrici) e l’aumento dei casi di tumore alla prostata negli uomini (per l’allungamento della vita); ma perché allora in certe aree del pianeta e non in altre certi tipi di cancro aumentano vistosamente nel tempo, com’è il caso del melanoma in Australia.
La teoria della “bad luck” lascerebbe poco spazio ai fattori ambientali se è vera la teoria di Vittorio Krogh, direttore della struttura di Epidemiologia e Prevenzione all’Istituto Tumori di Milano che afferma che il 50% dei tumori si evita mangiando molta frutta e verdura, usando solo il 10% di grassi saturi nella dieta, tenendo basso il colesterolo LDL e facendo un moderato esercizio fisico. Secondo lo scienziato americano Peter Nowell le cellule cancerose sono soggette alle leggi dell’evoluzione darwiniana, per cui se delle cellule mutate si riproducono più rapidamente delle cellule non mutate, esse piglieranno il sopravvento, per cui i genetisti sono nella spasmodica caccia di queste mutazioni in modo da creare farmaci agenti selettivamente contro i bersagli molecolari individuati.
È ormai generalizzato infatti il concetto che in alcuni casi i farmaci molecolari non funzionano e che la causa è purtroppo intrinseca nel tumore dato che le cellule tumorali sopravvissute all’attacco del farmaco possiedono delle varianti geniche che le fanno sopravvivere e prosperare. Gli studi sono quindi orientati ad individuare quali sono tali geni mutati e quali proteine producono. Tuttavia oggi è in complesso forte la delusione anche sull’analisi genomica che avrebbe dovuto risolvere il problema dell’impiego di un farmaco il più mirato possibile nella cura del cancro. Sarebbe bastato prendere un campione del tumore, vedere le sue mutazioni e dare il farmaco, od i farmaci, su misura. Ma, secondo uno studio di Charles Swanton del Cancer Research UK’s London Research Institute and University College London insieme a James Larkin, The Royal Marsden Hospital in London, e coll., un tumore solido, come quello dei reni, non è una massa omogenea tale che un campione qualsiasi preso con la biopsia possa essere rappresentativo di tutto il tumore, per cui ci possono essere zone che hanno mutazioni del tutto diverse. Ciò non permette che il medicinale prescelto sia efficiente, tale cioè da impedire che mutazioni resistenti possano prendere piede. In effetti, prendendo in considerazione solo nove punti del tumore sottoposti a biopsia ed a sequenziamento, si trovò che solo il 34% di essi era in comune. Cancer’s Many Faces of Resistance – ScienceNOW.htm .
Recentemente si è scoperto che è importante anche l’ordine temporale in cui la mutazione avviene: nella leucemia la malattia compare 10 anni prima se muta JAK2 prima di TET2. Order of mutations influences cancer’s development Science AAAS News.htm .
Non è da pensare tuttavia che dopo le delusioni accennate la ricerca su nuovi farmaci e prevenzioni sia rallentata. Malgrado le difficoltà manifestatesi nell’individuare le mutazioni specifiche del tumore di un singolo organo, la ricerca si sta orientando nella sottoclassificazione dei tumori stessi per caratteristiche genomiche (ritenendosi ormai poco significativa la sola classificazione per organo) ed a ciò sta dando forte contributo un’Istituzione che racchiude centinaia di scienziati di tutto il mondo e che porta il nome diConsorzio internazionale del genoma del cancro. Nel quadro di tale iniziativa l’Italia studierà il genoma del pancreas di 250 donatori. Nell’intento di comprendere più approfonditamente il “fenomeno cancro”, la ricerca si è sviluppata anche nella direzione dell’Epigenetica. Batool Akhtar-Zaidi et al. [Science, Vol. 336, no. 6082, 736-739 11.05. 2012, pubblicato online il 12.04.2012] hanno messo in evidenza con un loro studio che nel tumore, notoriamente caratterizzato da aberrazioni dell’espressione genica, sono certe variazioni epigenomiche a permettere che gli Enhancer instaurino il programma trascrizionale specifico atto a promuovere la carcinogenesi del colon.
Talvolta oggi ci si affida anche alla terapia sequenziale per cui, in caso di recidiva, si usa un farmaco di diversa struttura, come indicato, per quanto possibile, dall’analisi della mutazione genica. Talvolta associando due successivi trattamenti anche di natura totalmente differente si hanno miracoli. Racconta la rivista TIME nell’articolo The hero scientist who defeats cancer will likely never exist, 01.04.2013, che Stanbeck, un ex fumatore, partecipò in USA ad uno studio clinico con molti pazienti che doveva ridurre il suo tumore mediante un farmaco cosiddetto epigenetico. Il risultato per Stanbeck fu negativo; ma il team organizzativo fu dell’idea che un effetto positivo vi poteva essere con altri trattamenti, avanzando l’ipotesi che il farmaco epigenetico potesse aver preparato la strada ad un differente trattamento successivo favorevole. Esso consistette nell’impiego di radiazioni. Quest’ultimo trattamento fu determinante per ridurre a zero la massa tumorale. Il farmaco epigenetico aveva stimolato le cellule T del sistema immunitario ad essere vitali ed attive favorendo il successo finale. Lo stesso articolo metteva in evidenza il fatto che oggi è possibile in tempi assai ridotti e con una spesa accessibile sequenziare il DNA del paziente per dare un farmaco il più possibile personalizzato. Inoltre, almeno in USA, si dimostra favorevole al successo delle cure l’istituzione di team di esperti delle più diverse discipline che vanno dai genetisti, ai biochimici, ai chirurghi, ai tecnici,etc. L’ottimismo trapela in detto articolo, anche se non si parla mai di vittoria completa. Tutto sommato, la sopravvivenza degli Americani che hanno sofferto di tumore si è continuamente alzata dal 2004 al 2012, come illustra l’istogramma PROGRESSI SOPRAVVIVENZA in figura 1i n fondo al post. E si spera di poter proseguire nel rialzo. Sono d’altronde molto perfezionate le conoscenze sulla genetica del cancro ed in questa sede possiamo solo accennare a qualche progresso che gli specialisti del ramo hanno fatto: I genetisti sanno oggi, per esempio, che occorrono più mutazioni per convertire una cellula normale in cancerosa per cui la probabilità è estremamente bassa. L’evento raro ha luogo solo quando si sono avute certe particolari mutazioni che aumentano la proliferazione cellulare (il relativo meccanismo è nell’immagine GENESI DEL TUMORE MALIGNO della figura 1). I genetisti di oggi sannocon relativa facilità trarre conclusioni dalle svariate analisi fino ad ieri impensabili, quali quelle sugli Oncogeni, geni che aiutano a trasformare una cellula normale in cancerosa. Chi è interessato ad approfondire veda l’articolo genetica del cancro cap_prova_snustad.htm .
In Italia la guarigione definitiva dai tumori (che comporta un’aspettativa di vita simile al restante della popolazione) ha raggiunto delle cifre ragguardevoli, più del 25% nel 2010 (vedere GUARITI, etc. della figura 1), cosa che era impensabile quando si parlava del cancro come di un male inguaribile.
Un nuovo farmaco, il Nab-paclitaxel, basato sulle nanoparticelle, già usato nelle neoplasie del seno quando altri Taxani non funzionavano, è risultato attivo anche nel tumore al pancreas, come afferma il prof. Stefano Cascinu, direttore dell’Oncologia Medica degli Ospedali Riuniti di Ancona e Presidente AIOM (vedere anche POSIZIONE E STRUTTURA DEL PANCREAS in figura 1).
Delle speranze in più sono venute da un convegno tenutosi a Washington nel 2012 (quello dell’AACR, American Association for Cancer Research), a cui hanno partecipato ben 18.000 ricercatori provenienti da tutto il mondo. Le parole d’ordine conclusive sono state: “aggirare il tumore, non aggredirlo”. Le strade maestre per raggiungere l’obiettivo sarebbero quelle di combattere l’amgiogenesi tumorale e riorientare il sistema immunitario facendolo passare da protumorale a controtumorale.
Un passo avanti nell’interpretazione della diversa attività di un medicinale è stato fatto al Memorial Sloan-Kettering Cancer Center (MSKCC) di New York City quando un tumore metastatico alla vescica di una donna scomparve per 2,5 anni (cosa impensabile fino ad allora per tale tipo di cancro) dopo che le fu dato un medicinale denominato Everolimus che ha la proprietà di reagire con una proteina denominatamTORC1 coinvolta nella crescita cellulare. Parecchi pazienti non avevano subito vantaggi. I genetisti chiarirono le cause: le persone che avevano avuto vantaggio dal medicinale avevano mutazioni del gene TSC1. Solo una su 13 appartenente al gruppo che non aveva avuto alcun vantaggio dal medicinale aveva mutazioni di detto gene . Genome Sequencing Clears Up a Cancer Medical Mystery – ScienceNOW.htm.
Una linea di sviluppo nella lotta contro il cancro è quella dell’attivazione del sistema immunitario. È noto infatti che il sistema immunitario diventa passivo non riconoscendo come estranee le cellule cancerose. Una delle cause per le quali le cellule cancerose sfuggono alla distruzione è la presenza sulla loro superficie di una proteina denominata PD-L1 (acronimo di Programmed death ligand-1) che si adatta perfettamente ad un’altra proteina superficiale di cui sono provvisti i linfociti T denominata PD-1. Una volta avvenuta la connessione i linfociti T non sono più in grado di riconoscere le cellule cancerose ed allertare i linfociti T citotossici e le altre componenti del sistema immunitario proposte alla distruzione dei corpi estranei. Sia usando anticorpi che bloccano PD-1 sia usando anticorpi bloccanti PDL-1 si sono avuti in trial clinici risultati incoraggianti consistenti in prolungamenti della vita dei pazienti. Cancer immunotherapy takes aim at mutation-riddled tumors _ Science_AAAS _ News.htm. Molecole attive sul sistema immunitario che lo aiutano a reagire contro le cellule cancerose sono il Nivolumab e l’Ipilumab, entrambi anticorpi monoclonali (vedere il mio articolo la “difficile impresa di battere il cancro “). One- & Two-Year Survival Rates of 94% and 88% Announced from Phase 1b Trial of Investigational PD-1 Checkpoint Inhibitor Nivolumab and Yervoy® (ipilimumab).htm.
È noto che il cancro si presenta più frequentemente nell’età post-riproduttiva, quando rallenta la pressione selettiva contro di esso. Una nuova teoria [Judith Campisi, Buck Institude for Researh on Aging di Novato (California] ne dà la colpa alle cellule senescenti (sono dette tali le cellule non più in grado di dividersi e riprodursi). (Vedere in figura 1
l’immagine CARATTERISTICHE DELLA SENESCENZA). Esse non restano inerti nell’organismo, ma possono danneggiare le cellule vicine e provocare il cancro. Potranno essere trovati agenti che contrastino la senescenza cellulare? Uno di questi già noto è la Rapamicina (vedere formula in figura 1), che somministrata in maniera costante ai topi ne ha allungato la vita, inibendo la senescenza cellulare senza provocare il cancro. Anche certi antinfiammatori inibiscono la SAS (definita entro l’immagine). Queste ricerche però, almeno per ora, non danno luogo ad applicazioni pratiche.
Secondo Pier Paolo Pandolfi, direttore del Cancer Center dell’Harvard Medical School di Boston, è lo studio degli RNA non codificanti od ncRNA (il cui numero è immenso nella specie umana, 30 volte superiore a quello di un verme, a differenza del codificanti solo di poco superiore) che ci permetterà di vincere la battaglia sul cancro. Gli ncRNA non sono tradotti in proteine, ma hanno un loro linguaggio, assieme ai Pseudogeni (o Geni ancestrali), pure non codificanti perché durante l’evoluzione hanno perso la capacità di essere espressi. Questi geni “dialogano” tra loro. Accanto agli RNA non codificanti lunghi (ncRNAs) vi sono anche i microRNA (miRNAs). Questi ultimi agiscono sugli elementi di riconoscimento (MREs) situati sull’RNA codificante (nella parte non tradotta 3’ ovvero 3’UTR) Vedere in figura 1 l’immagine UN microRNA CHE BLOCCA, etc. Si chiamano RNA competitivi endogeni (ceRNA) i trascritti di RNA in competizione con i microRNA dannosi. Uno di essi è quello corrispondente allo Pseudogene PTENP1 che, pur essendo un gene ancestrale relitto dell’evoluzione, non ha funzioni pericolose, ma, al contrario, ha la funzione di Decoy (parola inglese che vuol dire esca od oca da richiamo) impedendo la deleteria azione di alcuni microRNA. L’immagine microRNA, PSEUDOGENI E GENI ONCOSOPPRESSORI può servire a mettere a fuoco la competizione. Ricapitolando si può dire che mentre il microRNA sopprime l’azione dell’oncosoppressore PTEN, il PTENP1 impedisce, agendo da decoy, che questa soppressione abbia luogo. L’oncosppressore citato genericamente nella figura può essere il ben noto PTEN. Vedere a questo proposito l’articolo New Form of Gene Regulation Hints at Hidden Dimension of DNA Wired Science Wired_com.htm e la struttura secondaria della corrispondente proteina nell’immagine PROTEINA HUMAN PTEN della figura 1, etc). Da quanto sopra detto, ci sono forse speranze che si riuscirà a riparare (invece che distruggere) una cellula tumorale e convincerla a comportarsi normalmente! Radio 3 scienze, 08.11.2012 e Pier Paolo Pandolfi Negoziare col cancro Left.htm.
Anche buone speranze di trovare una cura per il Glioblastoma multiforme sono sorte dopo l’individuazione di una causa molecolare: la fusione di due geni adiacenti situati sul cromosoma 4, riscontrabile su di un piccolo gruppo di pazienti (studi alla Columbia University di New York degli italiani Antonio Iavarone e Anna Lasorella)..
Per quanto riguarda il Melanoma, ho letto una notizia interessante sulla possibile cura quando esso è in metastasi, su TIME, ediz. europea, Health & Science: I due promettenti farmaci sono l’Iplimumab ed il’Vemurafenib. Sebbene i due agenti siano stati approvati separatamente dalla FDA, è stato riscontrato che l’uso combinato presenta problemi di epatotossicità sebbene reversibili. Hepatotoxicity with Combination of Vemurafenib and Ipilimumab — NEJM.htm. (Vedere in figura 1 IL MELANOMA).
Progressi sono stati fatti nella cura dei Linfomi. L’ingrossamento dei linfonodi (vedere in figura 1 LINFONODO) il più delle volte è provocato da infezioni; ma in certi casi si tratta di cose più serie. Se passano 2-3 settimane e non si nota tendenza alla guarigione spontanea o con antibiotici, occorre una visita otorinolaringoiatrica. Inizialmente può essere stato necessario l’ecocolordoppler, la TAC, la risonanza, ed infine l’agoaspirato. Se richiesto, il successivo trattamento può essere fatto con la chemioterapia. Nel caso di ingrossamento dei linfonodi causato da metastasi, bisogna trovare l’organo da cui è partita la metastasi, ed intervenire sull’organo o con chirurgia o con radiazioni e con chemioterapia. L’origine potrebbe anche essere un carcinoma squamocellulare della pelle. I tumori linfatici, caratterizzati da crescita incontrollata in seno ai linfonodi dei linfociti, si dividono in due grandi categorie, Hodgkin che colpisce s preferibilmente i linfonodi, e non Hodgkin che può colpire qualsiasi parte del corpo. Proprio nel caso dei linfomi sono venute alla ribalta negli ultimi tempi le nanoparticelle d’oro radioattive, e si è avuto un’eco anche sui giornali. Vi ha accennato finanche Valerio Manfredi nella trasmissione televisiva Metropoli del 23.03.2013. Inoltre queste nanoparticelle agiscono egregiamente anche contro il tumore alla prostata (Ravi Shuklaa et al., Università del Missouri).
A proposito di prostata, c’è anche un paradosso: l’ormone Testosterone in alte dosi fa morire le cellule cancerose abituatesi ai bassi livelli dello stesso ormone nei pazienti castrati chimicamente. Tale castrazione è praticata nella fase iniziale della malattia allorché viene ridotto il livello di Testosterone per contrastare le metastasi. Insomma, l’alternarsi di basso contenuto ed alto contenuto di testosterone sembra favorevole alla cura. Lo dicono l’oncologo Michael Schweizer, ora all’Università di Washington, Seattle, ed alcuni colleghi della Johns Hopkins University School of Medicine di Baltimore, Maryland.L’esperimento è stato àffettuato su 16 pazienti castrati chimicamente a cui sono state date dosi elevate di testosterone ogni 28 giorni. Cancer paradox Testosterone injections combat lethal prostate tumors Science AAAS News. (NOTA 2)
Sempre per quanto riguarda il tumore prostatico, tengo a precisare che oggi la tendenza è di non operare subito, ma sorvegliare attivamente, perché alcuni tipi di tali tumori sono poco aggressivi, hanno un decorso lentissimo, anzi potrebbero non progredire mai. La sorveglianza attiva consiste in periodiche biopsie, analisi PSA e palpazioni rettali. Lo scopo di quanto sopra è di evitare, se possibile, gli effetti collaterali della chirurgia come la disfunzione erettile e l’incontinenza urinaria.
Alla fine del 2010 al Meeting della Società Americana di Ematologia (ASH), tenutosi a Orlando (USA), ha fatto notizia il risultato di uno studio del professore italiano Carlo Gambacorti Passerini (Ospedale San Gerardo – Monza) per la cura della Leucemia mieloide cronica. La sperimentazione effettuata su 504 pazienti in varie parti del mondo ha dato luogo ad una ricrescita del tessuto osseo nel 79% dei casi col nuovo farmaco Bosutinib (rispetto al 75% dell’Imatinib già di comune impiego); ma la differenza piùsignificativa tra i due farmaci si riscontra nelle cellule maligne residue (molto più bassa col nuovo farmaco) e nella sopravvivenza (molto più lunga).
Un’altra novità: una nuova arma è stata trovata per combattere il tumore al fegato. Trattasi di microsfere radioattive che bruciano le cellule tumorali presenti in quest’organo, immesse tramite un catetere. Il procedimento si chiama Radioembolizzazione e viene praticato all’Istituto di Radiologia del Policlinico di Sant’Orsola Malpighi di Bologna a cura della dott.ssa Rita Golfieri. Progressi nel trattamento primitivo (cioè originario, non con metastasi) del fegato si sono avuti con la Termoablazione.
Nel campo della diagnostica un passo avanti è stato fatto con l’individuazione nel sangue del Gene KRAS mutato. Questo gene che ha un ruolo fondamentale nel tumore del colon veniva finora dosato su un campione estratto con biopsia. È merito del biologo molecolare torinese Alberto Barbelli e dei suoi collaboratori l’individuazione della metodica (pubblicazione su Nature del giugno 2012). – La ricerca sul Linfonodo sentinella con la metodica OSNA (One Step Nucleic Acid Amplification è un’altra novità per la sua scarsa invasività. Il linfonodo sentinella è il primo ad essere raggiunto in caso di metastasi del tumore maligno nelle pazienti affette da carcinoma mammario in stadio precoce diffondentesi per via linfatica. Il metodo è basato sull’amplificazione rapida degli acidi nucleici allo scopo di rilevare il livello di espressione dell’mRNA (RNA messaggero) della Citocheratina 19 (CK19). Questa cheratina rappresenta una spia della presenza di cellule tumorali perché non è normalmente presente nel tessuto linfonodale.Un altro metodo che può essere indicativo della presenza della metastasi nei linfonodi è quello scintigrafico. Vedere SCINTIGRAFIA DEL LINFONODO SENTINELLA nella figura 1.
Prevenzione – Molti progressi sono stati fatti nel campo delle motivazioni delle cause che ci obbligano a cambiare talvolta il nostro stile di vita. È da ciò che deriva quella che chiamiamo prevenzione. Viene spiegato perché si suggerisce di non fumare e di limitare l’alcool: (è un gene switch secondo al jazeera) perché chi ha certe mutazioni ha il rischio doppio di ammalarsi di cancro se fuma o se beve troppo alcool. Forse è colpa di una protein-Kinasi, come, ad esempio, l’ATM che, coi suoi effetti, è stata già citata nell’immagine P53 dell’articolo la difficile impresa di battere il cancro del giugno 2010. Ivi accennammo alle relazioni della proteina con il soppressore P53; ma possiamo chiarire ancora meglio la sua funzione quando non è mutata. In sostanza essa è in grado di recepire la presenza di un danno al DNA e di trasmettere questa informazione alla P53 e di conseguenza ai sistemi cellulari preposti alla riparazione. Alcol e tabacco sono la causa principale del cancro alla bocca che può presentarsi con un’ulcera, un nodulo o un’escrescenza. Se si nota qualcosa del genere bisogna farsi visitare subito, perché oggi si guarissce per il 90% (a 5 anni) qualora la cura viene iniziata presto.
A proposito di alcool, è la prima volta che si dimostra il meccanismo che porta alle alterazioni del DNA per effetto di un abuso di questa sostanza presente nelle più comuni, universalmente usate bevande , come il vino, la birra: e la vodka: si tratta di uno studio di Silvia Balbo del laboratorio diretto da Stephen Hechtdell’Università del Minnesota. L’imputato è l’Acetaldeide CH3CHO, una sostanza simile alla FormaldeideHCHO (già nota per il suo potere cancerogeno). L’acetaldeide si attacca al DNA impedendone il normale funzionamento ed innescando aberrazioni cromosomiche, malgrado la presenza di un enzima che trasforma l’acetaldeide nell’innocuo acetato. Di questo enzima (Deidrogenasi) c’è una variante diffusa tra le popolazioni asiatiche che è incapace di effettuare la deidrogenazione e pertanto per tali popolazioni il rischio di cancro esofageo è elevato. [First evidence from humans on how alcohol may boost risk of cancer American Chemical Society (ACS), agosto 2012] . . First Evidence From Humans on How Alcohol May Boost Risk of Cancer.htm
Secondo la Fondazione Europea di.Oncologia e Scienze Ambientali “B. Ramazzini” (FER) di Bologna, l’aspartame (formula in figura 1) non andrebbe usato nella dolcificazione perchè cancerogeno (Morando Soffritti ne è il direttore scientifico). Anche la RAI ha posto molto in evidenza la notizia con la trasmissione Report, Rai 3, 29.04.2012 ore 21,30 .Dalla molecola si stacchebbe il Metanolo CH3OHappartenente alla Fenilanalina esterificata (è questo un componente della molecola). Il metanolo verrebbe poi ossidato alla dannosa Formaldeide HCHO. La commissione europea attraverso l’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha deciso però di continuare a far usare l’Aspartame in sostituzione dello zucchero perché con i quantitativi usati normalmente non vi è rischio per la salute. Inoltre i prodotti di degradazione sono normali componenti delle proteine ed il metanolo non è dannoso per la quantità assai bassa n cui si forma. Non ci sono timori in termini di sicurezza, ai livelli di esposizione correnti. Un riguardo è solo da avere per le donne in gravidanza affette da Fenilchetonuria (PKU) perché la fenilalanina è tossica per i fenilchetonurici, e pertanto in questi casi l’aspartame va evitato.
Pure il Sucralosio (vedere formula in igura 1), molto usato nelle bevande, sarebbe cancerogeno pur essendo un derivato del succarosio, ma esistono molti dubbi su questo risultato (vedere Aspartame e sucralosio, dolcificanti killer.htm). Ho posto formula in figura 1. Ci sono intanto anche pubblicità che rivendicano l’uso del sucralosio in luogo dell’aspartame cancerogeno.
E per quanto rguarda la Saccarina (formula pure in figura 1), il più antico dolcificante artificiale, esistono pure dei dubbi che però sono stati fugati dalla FDA americana per il fatto che un cancro verificato sui topi sarebbe stato provocato dalla eccessiva quantità del prodotto usata negli esperimenti e dalla cattiva condotta della sperimentazione. Ma, malgrado ciò, la FDA si è tolta dagli impicci obbligando ad utilizzare la seguente etichetta per le confezioni contenenti saccarina: “L’uso di questo prodotto può essere pericoloso per la salute. Questo prodotto contiene saccarina , che è stato stabilito di causare il cancro negli animali da laboratorio”. La frase vuole indicare che per gli esseri umani non è stato mai trovato un legame tra saccarina e cancro. L’opinione più diffusa è che non vi siano rischi. . La mia opinione è questa: fare a meno dei dolcificanti artificiali: usando i naturali si può compensare l’uso del saccarosio mangiando meno pasta e meno pane.
Sarebbe una buona precauzione usare gli auricolari se si sta molto tempo al telefonino. Si raccomanda inoltre un maggior uso degli SMS. IARC (nternational Agency for Research Cancer) sostiene infatti che l’esposizione alle onde acustiche è pericolosa per il cervello umano, potendo provocare tumori cerebrali, (risultato di studi condotti da alcuni scienziati che hanno stabilito una correlazione tra l’incremento dell’uso dei telefonini e l’aumento dei casi di certi tipi di tumori cerebrali). Altri scienziati non sono d’accordo soprattutto per il fatto che le radiazioni in questione non sono ionizzanti e non si capisce in che modo possono agire.
Se l’esame preventivo è una precauzione valida per anticipare le cure in tutti icasi in cui si sospetta un tumore, la cosa è ancora più valida per i tumori cervico-facciali (o di BOCCA E COLLO: vedere nella figura allegata un’immagine al riguardo). Se si ha una sensazione di corpo estraneo in gola, se si fa fatica a respirare, se dal naso fuoriesce sangue, se si nota un gonfiore nella bocca, se si hanno macchie bianche rosa o rosse nella cavità boccale, se tutte queste cose anzidette durano più di due settimane, bisogna sospettare l’inizio di un tumore. Se si interviene subito con un esame della lingua e della bocca ed un esame faringo-laringoscopico a fibre ottiche da parte di specialisti, e se questi esami sono seguiti in caso di necessità da intervento chirurgico, radioterapia o chemioterapia, le possibilità di guarigione sono superiori al 90%.
Secondo uno studio sicuramente serio effettuato su quasi 15.000 medici di età superiore ai 50 anni e durato dal 1997 al 2001 e denominato Physicians’Health Study II (PHS II), i comuni ntegratori alimentari multivitaminici presi sistematicamente ridurrebbero il rischio di cancro soprattutto negli ultrasettantenni, essendosi riscontrato un calo dei tumori (ed anche di eventi cardiovascolari) statisticamente significativo del 18%.
Per la prevenzione dei tumori è uscito un codice dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Vedere in figura 1 IL CODICE IN 12 PUNTI.
La riduzione del peso e della circonferenza della cintura sono fattori che riducono il rischio del cancro in generale. L’obesità è da evitare, oltre che per prevenire le patologie circolatorie ed altre, anche per prevenire il cancro. Oggi si calcola che il 15% dei tumori sia da collegare con l’obesità. Perché il cancro aggredisce più facimente gli obesi? Probabilmente sono favoriti certi fattori di crescita indispensabili per le cellule cancerose. medicina 33 10.12.2014 Gli studi peovengono dalla Gran Bretagna. Dopo la scoperta della correlazione è stato coniato addirittura un nuovo termine: l’Adiponcosi .
Una buona notizia nel campo della prevenzione: la mortalità da tumore al colon ed al retto, che conta in Italia oltre l’11% del totale dei tumori (55mila nuovi casi ogni anno) e che raggiunge il suo massimo verso gli 80 anni, sta diminuendo. È una conclusione dell’ Airt (Assuciazione Italiana dei Registri Tumori). Le cause sono: la diagnosi precoce ed il maggiore uso che la popolazione fa di frutta e verdura associati alla pasta. Il favorevole influsso di questa dieta detta mediterranea è un’interpretazione degli scienziati dell’Istituto dei Tumori di Milano. Quello che i imedici vanno ripetendo è che bisognerebbe sottoporsi a colonscopie periodiche dopo i 45 anni se si è avuto un parente di primo grado affetto da tumore al colon, e dopo i 50 anni in ogni caso, ma in particolare se si sono avuti disturbi intestinali. È d’obbligo assoluto tale indagine se presenti tracce di sangue nelle feci. Alla colonscopia, di solito preceduta da una sedazione che rende il paziente esente da dolori, può essere associata nella stessa seduta la rimozione di polipi che rappresentano il prestadio della neoplasia maligna. Un tipo di colonscopia più recente è quello virtuale. Si tratta di un’insufflazione di aria od anidride carbonica attraverso l’orifizio anale seguita da una scansione radiografica del colon rigonfiato di gas e dalla elaborazione dei dati della tomografia così ottenuta con specifici programmii La dose di radiazione assorbita dal paziente è in generale molto bassa: circa il 20% di un normale TAC. Notare che dopo i 55 anni il 25% delle persone sviluppa i polipi. Non vanno trascurati perché, pur essendo formazioni benigne nella maggior parte dei casi, sfociano talvolta nel tumore. Ci si accorge di essi dal sangue occulto nelle feci. Vedere in figura 1 POLIPI E CANCRO AL COLON .
Il dottor David Agus, quello che ha tenuto in cura il guru dell’informatica Steve Jobs, ha scritto qualche anno fa un libro dal titolo The end of illness in cui mette in evidenza la prevenzione, che, secondo il suo parere, è poco curata nel caso del cancro. La prevenzione per klui è soprattutto quella dalle infiammazioni. Per cui, se necessario, bisogna prendere sistematicamente e in piccole dosi baby aspirin l’Aspirina, che tiene sotto controllo le infiammazioni. Secondo dati statistici le persone che prendono la Cardioaspirina giornalmente per la prevenzione dei disturbi circolatori vedono ridotto del 20-30% il rischio di tumore. Ma pure le Statine (che si usano per ridurre il colesterolo ed anche le infiammazioni) sarebbero un toccasana per la riduzione del rischio cancro. In questo caso numerosi studi parlano di un meno 40% per la riduzione del rischio cancro, e nessuno sa il meccanismo. C’è chi ha però criticato l’uso delle statine (per esempio la Rosuvastatina da 10 mg) perché avrebbero effetti collaterali, potendo produrre dolori muscolari e diabete). Ma i vantaggi sono molto maggiori dei danni, e poi una statina di forza minore può essere in molti casi la scelta più appropriata. Un altro toccasana antitumore sarebbe costituito dalle passeggiate (non gli esercizi violenti con un successivo stare a lungo dietro ad una scrivania). Il camminare aiuta infatti il sistema immunitario. Anche in Italia il professore Alberto Mantovani studia un farmaco contro le infiammazioni, che sono definite uno dei pilastri su cui cresce il tumore: grandi speranze sono riposte nella proteina PtX3. Altri pilastri del tumore sono: la crescita incontrollata, l’immortalità e la capacità di produrre nuovi vasi sanguigni. Il farmaco combatterebbe efficacemente le neoplasie del colon, della pelle ed i sarcomi (pubblicazione su rivista Cell).
Il tamoxifene si dà già nella terapia ormonale alle donne in premenopausa affette da tumore. Per le donne già in menopausa si dà un Inibitore dell’aromatasi esercitante una soppressione totale della sintesi di estrogeni, ed è consigliabile di proseguire la terapia anche per il periodo compreso tra il quinto ed il decimo anno dopo la comparsa del tumore anche se alla fine dei primi cinque anni vi è stata guarigione completa (per evitare il rischio di ricadute a lunga distanza temporale) . Recentemente uno studio presentato ad un convegno da un oncologo americano ha dimostrato che l’associazione dell’Inibitore dell’aromatasi con l’analogo LH-RH è superiore al tamoxifene anche nelle donne in premenopausa. Cosa deve fare una donna per tenere sotto controllo i noduli al seno (e quindi intervenire, se necessario, in tempo utile per evitare la propagazione del male)? Dico “se necessario” perché se si tratta di Fibroadenomi (cisti) non occorre far nulla, a meno che non diano fastidio, nel qual caso vengono asportati in day hospital o vengono bucati (per accertarne il contenuto). Ma come si esamina il seno e come si diagnosticano i vari casi? Un primo esame dovrebbe farlo la persona interessata Vedere immagine COME ESPLORARE IL SENO nella figura 1. La riduzione del peso e della circonferenza della cintura sono fattori che riducono il rischio del cancro in generale . Così pure la riduzione dell’uso del sale. Da quando in Giappone si congela invece di sdalare si nota una netta diminuzione dei tumori gastrici.
Il Tumore orofaringeo è ora in forte aumento, provocato dal virus HPV, lo stesso che dà luogo al cancro della cervice uterina, in particolare quello corrispondente alla mutazione 16. La non è per ora non è realizzata mediante vaccino per il fatto che che oggi si vaccinano solo le femmine; ma sarebbe possibile in avvenire se si decidesse di vaccinare anche i maschi. Per ora meglio non avere abitudini sessuali non protette non pericolose. Fortunatamente si riesce con vari trattamenti non invasivi tra cui la radioterapia a guarire l’85% dei malati.; ma per il restante 15% bisogna ricorrere ad asportazioni spesso invalidanti.
Notizie aggiuntive – Di varie sostanze che riducono il rischio di cancro avevamo già parlato nell’articolo la difficile impresa di battere il cancro . Avevamo accennato ai broccoli, di cui tutti conosciamo l’odore piuttosto sgradevole durante la cottura, e che esercitano azione antitumorale. L’odore è dovuto agli Isotiocianati contenenti l’aggruppamento -N=C=S. Pare che proprio essi siano gli attori delle proprietà di tale verdura che pertanto dovrebbe essere più apprezzata nella nostra alimentazione. Una sostanza di origine vegetale venuta alla ribalta come antitumorale è la Curcumina. È un farmaco sperimentale curativo del tumore al colon impiegato sotto forma di nanocapsule. Vedere Brazilian Journal of Pharmaceutical Sciences – Development and validation of a fluorimetric method to determine curcumin in lipid and polymeric nanocapsule suspensions htm. La sua formula di struttura è in figura 1. Varie sostanze con caratteristiche antitumorali, e di cui spesso non conosciamo le proprietà e talvolta perfino l’esistenza, compaiono nella nostra alimentazione. Consideriamo il Licopene avente una formula dalla lunga catena ricca di doppi legami. Trovasi nei pomodori. Agisce inibendol’NF-kB, che è un mediatore della crescita delle cellule interferendo nella genesi di quelle tumorali. È resistente alla cottura. Incoraggiamenti a mangiar pizza (ricca di pomodori) sono venuti finanche da Umberto Veronesi! Il Resveratrolo, un polifenolo presente nell’uva rossa e pertanto nel vino (vederne la formula in figura 1), agisce pure come antiproliferativo delle cellule cancerose. Tuttavia per assumere quantità significative di questa sostanza in modo che agisca come preventivo antitumorale bisognerebbe bere parecchi litri di vino al giorno (nessun fegato vi resisterebbe). Non mi pare che ne sia stato sviluppato un farmaco sintetico. Un cenno va fatto anche all’Acido ursolico che si ritrova oltre che nel basilico anche nella buccia delle mele, e che, come il licopene, è attivo contro l’NF-kB. È stato scoperto in uno studio di laboratorio effettuato sui topi che l’acido ursolico fa aumentare la muscolatura e deprime la formazione dei grassi; ma non mi pare che abbia avuto ulteriori sviluppi come antitumorale. SEGNALA UN ERRORE OD UN’INESATTEZZA.
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NOTA 1 – Questa teoria della cattiva sorte (o “bad luck”) è stata smentita alla fine del 2015 per i suoi numeri dalla AgenziaInternazionale per la Ricerca sul Cancro per il fatto che la relativa ricerca non avrebbe compreso i casi più comuni di cancro che sono quello della prostata e quello del seno, non essendo stato possibile per essi determinare l’entità delle rispettive cellule staminali.
NOTA 2 – 07.07.2017 – Da una pubblicazione del New England Journal of Medicine fatta dal prof. Nicholas James, dell’Università di Birmingham, risulta che un farmaco, l’Abiraterone (ne riporto la formula in fondo al post,) è risultato molto efficace nel trattamento del cancro alla prostata nei primi stadi, salvando un elevato numero di pazienti. La molecola ha la capacità di impedire al testosterone di raggiungere la ghiandola prostatica. Prostate cancer treatment ‘could help more patients’ – BBC News .
(segue con i tumori, il punto al 2015 – seconda parte )
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N. <<<B. - Per bene osservare la figura 1 si consiglia di salvarla sul desktop e dii aprirla con Microsoft Office Picture Manager portandola poi alle dimensioni volute con Alt + rotellina del mouse. Anche valida è l'apertura con Paint al 200%.
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Inviato il 02/12/2012 alle 22:03Caro Gioacchino,
ti andrebbe di partecipare al prossimo carnevale della chimica? Se sei interessato o vuoi solo saperne di più, contattami al più presto. Un caro saluto dal chimico impertinente!
Paolo
Inviato il 16/12/2012 alle 16:44 | In risposta a Gifh.
a Paolo chimico impertinente
sono interessato soprattutto a saperne di più. Seguirò il prossimo Carnevale e vedrò come si svolge…
gioacchino